Sembra che il Sacro di Birmania sia giunto per la prima volta in Europa nel 1919, quando alcuni monaci birmani inviarono ad un ufficiale francese una coppia di gatti birmani, da loro stessi allevati e ritenuti sacri, per ringraziarlo del suo lavoro nel loro Paese. Uno di questi, il maschio, morì durante il viaggio, mentre la femmina, partita dal tempio già gravida, partorì a Nizza la sua cucciolata.
Altre fonti sostengono che i primi esemplari furono acquistati dall’uomo d’affari statunitense Cornelius Vanderbilt nel 1920 da un servitore.
Una ulteriore ipotesi ritiene che i primi esemplari siano nati in Francia in seguito ad accurate selezioni e incroci tra il siamese e altri gatti a pelo lungo.
Durante la Seconda Guerra Mondiale questa razza scomparve quasi del tutto: alla fine del conflitto ne rimanevano solo due coppie. Gli allevatori però riuscirono a ristabilire la razza che nel 1966 è stata ufficialmente riconosciuta in Gran Bretagna e nel 1967 negli Stai Uniti.

Le origini del Sacro di Birmania sono avvolte nella leggenda. In Birmania c’era il monastero dei sacerdoti Kittah, dediti al culto della dea Tsun Kyan Kse dagli occhi di zaffiro ed il corpo dorato, dea della trasmigrazione. Il sommo sacerdote Mun Ha aveva come oracolo Sihn, un gatto bianco con gli occhi gialli. Insieme a Sihn vivevano nel tempio altri cento gatti bianchi. Durante un attacco al monastero il sacerdote fu ucciso. Mentre l’uomo era morente, Sihn salì sul corpo del sacerdote e fissò il volto della statua della dea negli occhi quasi a chiedere giustizia per l’accaduto.  Accadde allora una meravigliosa trasformazione: il suo mantello prese il colore dorato della dea mentre le zampe, il muso, le orecchie e la coda divennero scure come la terra. Gli occhi, che fissavano quelli della dea, divennero blu zaffiro. Solo le punte delle zampe, poggiate sul corpo del sacerdote, rimasero candide in segno di purezza. Dopo alcuni giorni di veglia, Sihn morì, e tutti gli altri gatti del tempio assunsero magicamente il suo stesso colore, trasmettendolo ai loro discendenti.

© 2025 Saphira's Honey Birmans. Designed By Rainbow-Feline Privacy Policy Cookie Policy

Open chat
Ciao 👋
Come posso aiutarti?